Nel 2002 la nuova classe denominata "Motogp" sancì il ritorno dei motori a quattro tempi nella classe regina del motociclismo.
La Yamaha debuttò in questa categoria con la YZR-M1, quadricilindrica in linea che verrà ricordata sia per le prestazioni non all'altezza della rivale Honda RC 211V a cinque cilindri, e sia per la sua alimentazione inizialmente a carburatori abbinata ad una cilindrata del propulsore che, sui primi prototipi, non raggiungeva il limite regolamentare dei 990 cc!
I primi collaudi della moto vennero effettuati da Max Biaggi e i tempi record registrati sui circuiti di tutto il mondo, nei test del 2001, crearono una notevole aspettativa su questa moto disattesa per quasi tutto il campionato dell'anno seguente.
La quattro cilindri venne portata in gara sia dall'italiano, che nel 2002 riuscì a conquistare due gran premi (GP della Repubblica Ceca e della Malesia), e sia dallo spagnolo Carlos Checa, oggi pilota del team Honda Ten Kate in Superbike.
La quattro cilindri venne portata in gara sia dall'italiano, che nel 2002 riuscì a conquistare due gran premi (GP della Repubblica Ceca e della Malesia), e sia dallo spagnolo Carlos Checa, oggi pilota del team Honda Ten Kate in Superbike.
La rappresentazione in scala e il relativo diorama che potete osservare nelle immagini in basso, ritraggono la YZR-M1 di Max Biaggi del 2002.
La cura mostrata nella riproduzione del dettaglio è elevatissima come dimostrano alcuni particolari quali la carena strettamente derivata da quella della YZR 500 del 2001, l'enorme silenziatore in carbonio con il logo Termignoni, la piccola "finestra" nel cupolino per la telecamera on-board, la punzonatura sul telaio tipica delle moto da corsa, i registri della forcella Ohlins, la strumentazione con il logo Yamaha all'interno del contagiri e le gomme con l'effetto "usura".
Anche i dettagli del pilota sono estremamente curati: mi riferisco in particolare alla disposizione dei vari sponsor sulla tuta e alle grafiche del casco, perfettamente replicate.
La cura mostrata nella riproduzione del dettaglio è elevatissima come dimostrano alcuni particolari quali la carena strettamente derivata da quella della YZR 500 del 2001, l'enorme silenziatore in carbonio con il logo Termignoni, la piccola "finestra" nel cupolino per la telecamera on-board, la punzonatura sul telaio tipica delle moto da corsa, i registri della forcella Ohlins, la strumentazione con il logo Yamaha all'interno del contagiri e le gomme con l'effetto "usura".
Anche i dettagli del pilota sono estremamente curati: mi riferisco in particolare alla disposizione dei vari sponsor sulla tuta e alle grafiche del casco, perfettamente replicate.
Bravissimi!
Francè
Max Biaggi 2002:
Foto: Max Moto Modeling, Mc News, Yamaha Racing e Motogp.com
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